Zappa Riccardo – Celestion

RICCARDO ZAPPA

Celestion (1977)

Divergo

Primo disco da solista per Riccardo Zappachitarrista eccelso, che, dopo il debutto in coppia con Klaus Aulehla (il disco Aulehla & Zappa, pubblicato nel 1974 dalla PDU, casa discografica di proprietà di Mina, ebbe poco successo), decise di chiudersi in casa e registrare questi cinque brani strumentali (dalla biografia ufficiale dell’artista, tuttora in attività, apprendiamo che Celestion è il primo album, non sappiamo però se italiano o mondiale, ad essere interamente registrato in casa).

Il disco pubblicato dalla Divergo, una piccola etichetta indipendente specializzata nella promozione di artisti poco commerciali, venne ben accolto dal pubblico e dalla critica, tanto da entrare nella classifica dei dischi più venduti e restarvi per tutto l’anno. Ancora oggi è uno dei dischi strumentali più venduti in Italia.

Nella realizzazione del disco, come ricorda ancora la biografia ufficiale, venne usato per la prima volta un pick-up applicato alla chitarra classica per registrarne il suono e non la tradizionale rilevazione microfonica.

Alla registrazione del disco hanno partecipato grandi artisti. Su tutti Vince Tempera alle tastiere (già tastierista dei The Pleasure Machine e de Il Volo, nonché collaboratore di numerosi artisti e superbo arrangiatore), Julius Farmer al basso (ha partecipato alla realizzazione di vari dischi tra cui “L’era del cinghiale bianco” di Franco Battiato), George Aghedo, scomparso improvvisamente nel 1996, alle percussioni (ha suonato tra gli altri con Sonny Taylor, Tullio De Piscopo, Pino Daniele, Ivano Fossati) e Ottavio Corbellini alla batteria.

Con il brano di apertura del disco, Frammenti, siamo in attesa di un segnale dallo spazio il quale arriva dopo 56 secondi sottoforma di intreccio vorticoso di due chitarre (ottimo l’uso delle sovraincisioni, molto presenti nel disco). Poi la melodia si addolcisce un po’. Dopo cinque minuti torna la vivacità con una sonata quasi medievale, che ritroveremo nella seguente Tre e quattro quarti. Negli ultimi minuti del brano da notare l’ingresso, per breve tempo, della batteria, e il ritorno delle due chitarre intrecciate.

Sonata dall’atmosfera medievale per Tre e quattro quarti. Un vivace fraseggio di due chitarre accompagna l’ingresso delle cortigiane a corte. Dopo circa tre minuti c’è la svolta rock del brano con l’ingresso di batteria e basso e un leggero effetto distorto sulla chitarra classica. Ovviamente, come in tutto il disco, anche in questo caso la chitarra spadroneggia. Nell’ultimo minuto del brano si torna a corte.

Avvio molto intimo per Celestion, con una dolce melodia di sola chitarra classica. All’improvviso poi il brano si accende grazie ad un gioco di eco sull’esecuzione di chitarra che richiama l’intreccio di Frammenti. Atmosfere space rock in sottofondo, dovute al perfetto uso di un phaser, ci accompagnano nell’ascolto. Intorno ai tre minuti e mezzo si inserisce la batteria e si svolta nel prog, grazie anche all’aiuto dell’ottimo basso di Farmer.

Una soave melodia da il via a Sonata mediterranea. Poco dopo siamo direttamente sul Golfo di Napoli a guardare le isole che vi si affacciano grazie ad uno straordinario mandolino (è il richiamo mediterraneo del titolo). La seconda parte del brano ridiventa molto dolce.

Inizio cosmico simile a Frammenti per Mirage, ma qui il segnale arriva dopo pochi secondi, naturalmente con l’ingresso in scena di una chitarra che diventa molto presto “allegra”, accompagnata dalle percussioni di Aghedo. Mano a mano il pezzo diventa più corposo, con l’entrata in scena di altre chitarre, batteria e basso.

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