Cacciapaglia Roberto – Sonanze

ROBERTO CACCIAPAGLIA

Sonanze (1975)

PDU

Disco d’esordio particolare per un gran musicista tuttora in attività e che ha collaborato, agli inizi della sua carriera, con Franco Battiato nel disco “Pollution”, firmandosi come Ruby Cacciapaglia. Alcuni passaggi dell’opera, basati soprattutto sull’uso di synth, richiamano proprio il maestro catanese, mentre altrove si palesano tracce di Tangerine Dream. Non a caso il disco è stato prodotto dall’editore dell’etichetta tedesca Ohr, Rolf-Ulrich Kaiser, specializzata in krautrock e musica sperimentale (tra le sue produzioni vanno ricordati “Atem” e “Zeit” dei Tangerine Dream).

L’album parte con 1st movement che, con i suoi alti e bassi, crea una sensazione di tensione. Il finale è molto cinematografico.

2nd movement inizia con ciò che sembra una voce sintetica filtrata, poi il brano decolla sulle note di un synth che richiama molto da vicino le prime opere sperimentali di Battiato, intrecciato a degli archi. Suggestivo.

Esecuzione al piano sublime in 3rd movement. Un senso di dolcezza, a tratti “infastidito” da rumori spaziali, ci avvolge. Ci si sente come cullati dalle onde. Eterea.

4th movement è un breve brano basato su un gioco di cori femminili, quasi degli spiriti che infestano una casa stregata.

Un lungo gioco ad intreccio di synth ipnotico, invece, occupa l’intera 5th movement.

6th movement e 7th movement possono essere letti come due parti di un unico brano esplicitamente battiatiano dove il synth la fa da padrone.

Con il suo avvio, 8th movement  tribale crea un’atmosfera di rottura rispetto ai brani precedenti. La coerenza con l’intero album viene poi “ricomposta” con le dissonanze che ci accompagnano per tutta la seconda parte del brano.

L’inizio di 9th movement riprende l’atmosfera stregata di 4th movement, poi il tutto diventa quasi celestiale, per ripiombare infine nell’angoscia iniziale.

Anche 10th movement, nella prima parte, richiama un brano precedente (5th movement) con gli intrecci sintetici. Poi, dopo una breve pausa, il synth va a chiudere degnamente, con un crescendo, l’album.

Grande esempio di musica sperimentale, di certo non “folle” come le prime irraggiungibili opere di Franco Battiato, ma senza ombra di dubbio da inserire tra i primi posti di un’ipotetica classifica del genere.

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