A Borges

«Salve, vorrei il volume de “I promessi sposi”» chiese l’uomo dai capelli rossicci al giovane smilzo posto dietro il banco di distribuzione.
«Buongiorno e benvenuto presso la nostra biblioteca. Quale versione preferisce?».
«In che senso?» rispose stupito l’uomo.
«Quella in cui Renzo e Lucia si sposano, o quella in cui Renzo sposa la monaca di Monza? Quella in cui la perpetua uccide Don Abbondio o quella con il Nibbio che difende l’amore della coppia Renzo-Lucia? O, ancora, la versione scritta da Manzoni, da Verga o da Leopardi?» chiese con garbo l’operatore.
«Non capisco! Mi prende forse in giro? Quella di Manzoni, ovviamente!» ribadì con veemenza l’uomo.
«La vedo indecisa. Ecco, scelga da questa lista e poi riformuli la richiesta. Grazie».
«Lei è pazzo! Cos’è questa lista?». Ormai l’uomo aveva smarrito qualsiasi barlume di serenità.
«Qui ci sono tutte le versioni de “I promessi sposi” presenti nella nostra biblioteca» rispose impassibile il giovane.
A quel punto l’uomo, smarrito, restò per alcuni attimi senza parole. Poi sbottò: «Basta! Non resterò un minuto di più in questo incubo!» e, voltatosi di scatto, attraversò con rabbia il fiume di carta che inondava la grande sala esagonale, diretto all’uscita.
Uscendo, volse un ultimo sguardo all’ingresso della struttura che ora detestava, leggendo per l’ultima volta quel cartello: Benvenuti nella Biblioteca di Babele.

(pubblicato nell’antologia “Storie in Biblioteca” – L’Erudita, 2017)

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