Quelli

«La vedi quella?» disse l’uomo fiero dei suoi quarantadue anni portati malissimo, il viso scuro rugoso segnato dal sole e le mani che portavano i marchi di oltre due decadi trascorse tra impalcature, mattoni e cemento.
“Quella” era una donna dalle notevoli fattezze e dai lineamenti balcanici, abbigliata con un ampio indumento a fiori logoro e due sandali malmessi che restavano saldi ai suoi piedi combattendo contro le leggi della fisica, che in quel momento attraversava la piazza principale del paese tenendo salde tra le mani grinzose due buste in plastica scure riempite sino allo stremo. Il suo volto era in fiamme per lo sforzo mentre il petto si gonfiava e sgonfiava con un ritmo vertiginoso.
«Embè?» chiese il vicino che condivideva con l’altro la solita passeggiata domenicale in attesa del pranzo. Il suo aspetto curato tradiva un noioso presente da impiegato di banca.
«Sai come arrivano qui quelli come lei?».
«No».
«L’ho letto ieri su Facebook. In pratica è l’Europa che li sposta. Li preleva da Romania, Albania e tutti quei paesi dell’Est che ci spacciano per poveri, e li porta qui».
«A che pro?».
«L’Europa paga l’Italia per tenerli qui e modificare il nostro sistema economico, le nostre abitudini. Ci vogliono uniformare verso il basso».
«E tu sei sicuro di questo? A me suona strano».
«Certo. Poi, quando quelli arrivano qui, il nostro governo gli regala una casa in piccoli paesi come il nostro, non gli fa pagare una tassa che sia una e gli trova anche un lavoro. Hai capito?» continuò.
«Ma donne come quella, per esempio, non vengono qui per fare lavori che noi non vogliamo fare?».
«Questo è quello che fanno credere a noi. Quelli ci stanno rubando tutto: il lavoro, i soldi, il futuro!» e calcò con enfasi sull’ultima parola.
«Ma tu, a tua moglie, la badante gliela faresti fare?» chiese all’improvviso l’altro dopo una pausa riflessiva.
Il primo lo squadrò con un’espressione di disprezzo, sottolineata da una smorfia della bocca, poi disse: «Andiamo a farci una birra da Banino, va».

(pubblicato nell’antologia “Officina Fake” – Montegrappa Edizioni, 2019)

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